L’accumulazione del Capitale e il mancato trionfo degli ebook: una riflessione

Ormai è ufficiale, avrebbero dovuto fare ai libri di carta quello che il motore a scoppio ha fatto ai cavalli, eppure persino nel florido mercato statunitense gli ebook sono costretti a registrare una crisi di vendite (- 2,5%) rimandando a tempi incerti il loro trionfo. Ma potrà mai davvero arrivare questo trionfo?
La risposta è dubbia, perché se si riflette sulle modalità storiche di affermazione dei vari supporti atti a diffondere immagini e parole si resta colpiti da un’insospettabile costanza. Prendiamo la fotografia, quando venne inventata l’arte di scrivere con la luce non ci fu neppure il tempo di mettere a punto il sistema di sviluppo che iniziarono immediatamente a circolare le prime immagini pornografiche. Con il cinema successe la stessa cosa; e se il primo film venne girato dai fratelli Lumière nessuno dice mai chi girò il secondo, anche vista la necessità giuridica di mantenere l’anonimato. Arrivando ad anni più vicino a noi, dal Super8 fino alla diffusione delle videocasette con l’avvento del VHS, per ogni filmino di compleanno realizzato in famiglia, presso quelle stesse famiglie di pellicole hard ne venivano guardate molte, moltissime di più (da lì le numerose gag della serie “ora guardiamo la videocassetta della comunione di ciccino”, e invece una volta premuto play venivano fuori le scene di “Biancaneve e i sette metri” e altri classici). Vogliamo parlare dei cellulari? Persino quando avevano a malapena un display era possibile accedere a fotografie hot, mentre le linee erotiche si sprecavano realizzando fatturati incredibili. A meno che non si desideri citare le PayTv, immediatamente pronte ad offrire canali di sesso esplicito sin dai primordi della loro apparizione. Del computer inutile dire, tutto il circo di Internet è stato costruito e tuttora si fonda sui fatturati dell’industria del porno. In realtà si può tranquillamente sostenere che o c’è il sesso dietro l’accumulo di capitale necessario per varare una nuova tecnologia o quella tecnologia avrà grossi problemi ad affermarsi. E per sesso intendo quello vero: tette, culi e cazzi in tutte le combinazioni possibili e immaginabili; pornografia dura e pura, non le pippette erotiche dei romanzetti pseudorosa che ogni tanto sfondano la barriera dei milioni di copie vendute, ma una sistematica produzione pornografica che, nel suo insieme, surclassa le performance di qualunque prodotto culturale, costruendo le basi affinché anche questi ultimi possano essere fruiti da quella manciata di pervertiti che vogliono, non so, guardarsi “L’Aida” in streaming anziché approfittare h24 della copiosa abbondanza di Youporn. Ora, se pensiamo agli stessi libri, non si può certo sostenere che la carta stampata non abbia dato il suo bel contributo alla diffusione della pornografia. Al contrario, nelle edicole vendono ancora i “romanzi proibiti” nelle collane degli anni Settanta, tempo in cui si affermava anche in Italia un’industria culturale di massa. Poi sono arrivati gli ebook e… dove hanno lasciato la possibilità di un lato oscuro che la massa pratica con costanza anche se raramente questa stessa massa porta i suoi gusti alla luce del sole? Perché gli ebook titillano le glorie effimere dell’autopubblicazione, offrono la possibilità di aprire canali per la letteratura scientifica e specialistica, danno l’opportunità di creare opere letterarie multimediali o di ammortizzare le produzioni mainstream utilizzando un nuovo canale ma non alludono mai, come hanno fatto tutti i media culturali dai papiri fino al web, alla possibilità di aprire una porticina rossa e luccicante dove, dietro la scritta “vietato ai minori”, si cela il mondo degli oggetti pornografici. Si potrebbe affermare di avere a che fare con la natura del capitalismo… ma anche che è per questo che la possibilità per gli ebook di conquistare quote di mercato a doppia cifra sia, in realtà, tutt’altro che scontata.

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