Metropoliz: La Scintilla al MAAM di Roma

La Scintilla e Space Metropoliz

ROMA, sabato 24 ottobre: alle ore 17.30 al Museo dell’Altro e dell’Altrove di Metropoliz – MAAM (Via Prenestina 913) presentazione congiunta di: “Space Metropoliz. L’era delle migrazioni esoplanetarie“, a cura di Fabrizio Boni e Giorgio de Finis (Boerdeaux Edizioni, 2015) e “La Scintilla. Dalla Valle alla metropoli, una storia antagonista della lotta per la casa” di Cristiano Armati (Edizioni Fandango).

La Scintilla a Bergamo

Barrio Campagnola - Bergamo

BERGAMO – 7 Ottobre 2015, ore 21

Cristiano Armati presenta “La Scintilla”
@ BARRIO CAMPAGNOLA (Via Ferruccio dell’Orto 20)

La Scintilla di Cristiano ArmatiLa Scintilla. Dalla Valle alla Metropoli, una storia antagonista della lotta per la casa”, ma potremmo anche scrivere dal Centro alla Periferia, o dalle Fabbriche ai cancelli della Logistica, perché quello che ci offre Cristiano Armati è un affresco di come le lotte, in Italia, siano intrecciate perché intrecciate sono le persone che le conducono e le vivono. Ripercorrendo le tappe fondamentali del percorso di lotta dei movimenti per la casa proveremo insieme a rileggerne le criticità, senza però dimenticare di gettare luce sulle vittorie, fatte di resistenza, di riappropriazione e di ricomposizione di classe. Perché se pur la lotta costa fatica e compromissione è però costellata e fatta di condivisione, di emozioni e del senso di poter, insieme, cambiare davvero le cose, trasformandosi da una semplice scintilla ad un fuoco che divampa.

L’eredità nelle lotte: La Scintilla a Modena

Quale eredità lasciamo alle nuove generazioni distruggendo la scuola pubblica? Quale memoria è rimasta dei pacifisti, dei disertori, degli antimilitaristi nella grande retorica delle celebrazioni per la prima guerra mondiale? Quale futuro ci consegnano le lotte per la casa e nella metropoli? Quali alternative ad una istruzione escludente e repressiva?
Mentre la kermesse culturale della città si adagia nella valorizzazione di un’eredità pacificata, noi torniamo a dire che la memoria, la cultura e il pensiero sono campi di conflitto…

EX DEPOSITO CARCERARIO AUTOGESTITO – Via Carteria 49 MODENA

Domenica 20 Settembre

ore 16.00: presentazione del libro “La scintilla” di Cristiano Armati (Dalla valle alla metropoli, una storia antagonista della lotta per la casa). A seguire aperitivo

L'eredità nelle lotte: La Scintilla a Modena

La Scintilla a Imola

La Scintilla a Imola

IMOLA: sabato 19 SETTEMBRE 2015, ore 19

CSA BRIGATA 36 (via Riccione 4 – Imola)

Presentazione del libro di Cristiano Armati
LA SCINTILLA
Dalla valle alla metropoli, una storia antagonista della lotta per la casa

Ne parleremo con l’autore, che racconta la continuità delle lotte per la casa in Italia dagli anni ’70 ad oggi, spiegando come da sempre su questo tema solo l’organizzazione e la rivendicazione ha consentito ai più deboli e agli sfruttati di strappare diritti, politiche sociali e spazi di vivibilità.

La Scintilla di Cristiano ArmatiChe nelle metropoli italiane il prezzo di un affitto sia spesso superiore allo stipendio medio di un lavoratore, dice tanto sulla lotta per la casa e sulla realtà delle occupazioni abitative. Ma sul come, partendo da un bisogno, la pratica dell’azione diretta e dell’autorganizzazione abbia costruito una realtà di uomini e donne radicalmente avversi al sistema economico attuale, le statistiche tacciono, l’informazione mainstream diffama e la repressione colpisce inesorabile, distribuendo nel silenzio severe misure restrittive e anni di galera. Eppure anno dopo anno, azione dopo azione e, soprattutto, occupazione dopo occupazione, la lotta per la casa ha vinto la battaglia contro la rassegnazione e ha restituito un tetto a migliaia di persone espulse dal sistema.
Un libro scritto sulle barricate del ventunesimo secolo insieme ai militanti dei movimenti per il diritto all’abitare, in grado di spaziare dagli anni Settanta ai giorni nostri, dalla battaglia di San Basilio fino agli “Tsunami Tour” romani e alle nuove resistenze contro lo scempio delle grandi opere (la Tav) e dei grandi eventi (Expo): una narrazione partecipata e sorprendente; come una scintilla che, nella notte del capitalismo globale, continua a tenere viva la fiamma della rivoluzione.

8 settembre 1974: Fabrizio Ceruso e la battaglia di San Basilio

È il 5 settembre del 1974 quando per Roma e dintorni inizia a girare una notizia tanto allarmante quanto inaspettata: stanno sgomberando a San Basilio!
Chi, rispondendo all’appello, si precipita nel quartiere trova uno scenario da guerra civile. Come vere truppe d’occupazione, le forze dell’ordine hanno invaso la storica borgata romana ma, dopo aver allontanato una prima volta gli occupanti dalle proprie case, non possono impedire una nuova occupazione degli appartamenti la sera stessa.
Il Comitato di Lotta per la Casa, insieme a un fronte sempre più ampio di sodali, rinforza la difesa, ma il 6 la storia si ripete:

La polizia arriva la mattina in forze per effettuare lo sgombero in via Montecarotto, ma trova una resistenza organizzata all’innesto della via Tiburtina con via del Casale di San Basilio, dove nella notte era stata alzata una barricata. Iniziano gli scontri con lanci di lacrimogeni e ripetute cariche a cui i manifestanti rispondono con un fitto lancio di molotov e sassi. La polizia comunque riesce a transitare da via Nomentana, circonda le case e inizia un fitto lancio di lacrimogeni sparati anche sui balconi e si fa largo a colpi di manganello: una bambina di 12 anni rimane ferita. In alcuni appartamenti si verificano focolai di incendio (Massimo Sestili, “Sotto un cielo di piombo. La lotta per la casa in una borgata romana. San Basilio settembre 1974”, in “Historia Magistra” n.1, 2009).

Le case sgomberate, in ogni caso, vengono nuovamente occupate nella stessa giornata. E proprio grazie alla determinazione di chi resiste, il 7, sabato, si respira aria di tregua, con gli avvocati di Movimento che riescono anche a recarsi in Prefettura per cercare di far ritirare l’ordinanza di sgombero. Potrebbe sembrare tutto finito, eppure è proprio la domenica il giorno atteso dalla polizia per sferrare l’attacco più feroce. Alle otto riprendono le operazioni di sgombero, ma non trova persone disponibili ad abbandonare ciò che hanno conquistato senza lottare. Intorno alle 17, addirittura, una donna di 24 anni imbraccia un fucile da caccia e, dalla finestra di casa, spara contro i poliziotti, ferendo un vicequestore. Alle 18, l’assemblea popolare riunita per cercare di capire il da farsi viene attaccata con i lacrimogeni: la reazione della folla è compatta e la celere, lanciata alla carica, perde la testa insieme alle sue posizioni.
È la guerra: il popolo da una parte, le forze dell’ordine dall’altra. Il quartiere è isolato, i pali della luce divelti, qualunque cosa utile a essere lanciata viene utilizzata allo scopo e i mezzi di trasporto, parcheggiati per provvedere alla deportazione degli sgombrati, vengono dati alle fiamme.
Le armi da fuoco, è vero, non sono soltanto appannaggio della polizia. Ma su questo versante, ovviamente, gli occupanti non possono competere con chi indossa la divisa. Si supplisce con il cuore e con la solidarietà. Le barricate chiamano e Roma risponde. La polizia, però, continua a sparare. Proiettili come se piovesse in via Fiuminata dove, a essere colpito al petto da una pallottola calibro 7,65, è un ragazzo con il casco rosso.

Fabrizio CerusoQuel ragazzo ha appena diciannove anni. Vive a Tivoli, dove milita nel Comitato proletario, un organismo di Autonomia Operaia. Suo padre fa il netturbino, la mamma è casalinga. Lui, dopo gli studi alla scuola alberghiera, aveva lavorato in diversi bar e ristoranti prima di provare a trasferirsi in Francia. Tornato in Italia, ci sarebbe stata una buona notizia ad aspettare la sua famiglia. Dopo una lunga attesa, finalmente era arrivata l’assegnazione di una casa popolare a Villa Adriana. Quell’8 settembre, prima di correre a San Basilio per difendere le case occupate, aveva aiutato con il trasloco… alle 19 e 15 circa si ritrova su un taxi, impegnato in una corsa disperato verso il Policlinico. Quando il mezzo arriva a destinazione è troppo tardi. Il ragazzo con il casco rosso è morto: si chiamava Fabrizio Ceruso; «per loro non eri nessuno», dice A Fabrizio Ceruso, una delle canzoni anonimamente dedicate al ragazzo di Tivoli:

Soltanto 19 anni per loro non eri nessuno / soltanto 19 anni e per loro non eri che uno / uno come tanti, un cameriere, un garzone d’officina / un operaio, un disoccupato un emigrante…

Nemmeno la data dell’omicidio di Fabrizio sembra frutto del «caso». L’8 settembre del 1943, con l’esercito italiano allo sbando, era stata la milizia popolare a tentare la resistenza contro i nazisti. A Tiburtino III, non lontano da San Basilio, la memoria del cadavere della popolana Caterina Martinelli, ammazzata dalle SS mentre con altre donne del quartiere assaltava un forno nel vano tentativo di conquistarsi il pane con cui sfamare la famiglia, riallaccia il legame con gli ideali di una Resistenza che, trasformata in lotta per la casa, significa davvero giustizia e libertà. E se Caterina Martinelli era diventata la martire della lotta contro la fame, dopo l’8 settembre del 1974 Fabrizio vive in ogni casa che viene occupata.

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Accettare, come effettivamente è avvenuto nelle aule dei tribunali, che la morte di Fabrizio Ceruso resti archiviata con un non luogo a procedere «essendo ignoti gli autori del reato» non significa solo trascurare le numerose testimonianze che individuano in un poliziotto che si inginocchia ed esplode quattro colpi l’autore del gesto. Significa, in una situazione di estrema gravità, provare a dimenticare la situazione repressiva vissuta dall’Italia nel corso del 1974: l’anno della strage di Brescia (28 maggio; 8 morti e 102 feriti) e del treno Italicus (4 agosto; 12 morti e 45 feriti); ma anche l’anno in cui la rivolta scoppiata nel carcere di Alessandria (9 maggio; 5 morti tra detenuti e ostaggi) viene soffocata nel sangue dall’assalto deciso e diretto dal generale Carlo Alberto Dalla Chiesa.
Il tentativo di sgombero di San Basilio, in un simile clima, è un altro capitolo della strategia della tensione e, inaugurando la futura «linea della fermezza» adottata nella repressione dei fenomeni d’insorgenza sociale, segna la scelta di attaccare deliberatamente un movimento in crescita come quello della lotta per la casa nel tentativo di stroncarlo, impedendo all’autorganizzazione di diffondersi, alle famiglie coinvolte di predisporre una resistenza efficace e alle occupazioni abitative di moltiplicarsi. Analizzato in questi termini, il tentativo fallisce. Al contrario, a San Basilio fu proprio nel momento in cui il quartiere apprese dell’assassinio di Ceruso che la lotta si trasformò in una battaglia autenticamente popolare, senza distinzione alcuna tra occupanti e assegnatari. E, come recita Rivolta di classe, un’altra canzone popolare dedicata alla battaglia di San Basilio, «la casa si prende, la casa si difende» continuerà a essere lo slogan di qualunque episodio di riappropriazione:

La casa compagni si prende / l’abbiam gridato tante volte / e dopo la si difende / da padroni e polizia…

Le case, dunque, saranno occupate ancora, i diritti rivendicati, le conquiste sociali difese: «Sarebbe sbagliato», si scrisse allora, «“mitizzare” lo scontro di S. Basilio in quanto ancora episodio (anche se tra i più belli e i più profondamente radicati nella coscienza di classe) e non già acquisizione permanente di quel comportamento da parte del movimento per la casa».
Un’affermazione, proveniente dall’area dell’Autonomia Operaia, con cui si sottolineava come, partendo dall’abitare, fosse inevitabile arrivare allo scontro con strutture di potere disposte a tutto pur di non cedere un centimetro del proprio interesse alla classe contrapposta. E in effetti, ad appena un giorno di distanza dalla morte di Ceruso e dopo che, inferocita per l’omicidio del ragazzo di Tivoli, tutta San Basilio si era scagliata contro la polizia ingaggiando una guerriglia lotto per lotto, la Regione Lazio si decideva a riconoscere il diritto alla casa popolare a chiunque, vantando i necessari requisiti, avesse occupato un alloggio prima dell’8 settembre del 1974.
Per molti palazzinari simili provvedimenti rappresentavano – e rappresentano – un danno concreto. Il rischio di una perdita economica nel nome della quale si potrebbe tranquillamente tornare ad ammazzare ancora.

(Tratto da “La Scintilla. Dalla Valle alla Metropoli, una storia della lotta per la casa”).

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BIBLIOGRAFIA:

Cristiano Armati, Cuori rossi, Newton Compton, Roma, 2006.
Massimo Carlotto, San Basilio, in In ordine pubblico, a cura di Paola Staccioli, Fahrenheit 451, Roma 2005
Raimondo Catanzaro – Luigi Manconi, Storie di lotta armata, Il Mulino, Bologna 1985.
Gian-Giacomo Fusco, Ai margini di Roma capitale. Lo sviluppo storico delle periferie: San Basilio come caso di studio, Edizioni Nuova Cultura, Roma, 2013.
Ubaldo Gervasoni, San Basilio: nascita, lotte e declino di una borgata romana, Edizioni delle Autonomie, Roma, 1986.
Sandro Padula, San Basilio, 8 settembre 1974: Fabbrizio Ceruso e la lotta per il diritto alla casa, in «Baruda.net», 8 settembre 2014.
Massimo Sestili, Sotto un cielo di piombo. La lotta per la casa in una borgata romana. San Basilio settembre 1974, in «Historia Magistra», n.1, 2009.
Pierluigi Zavaroni, Caduti e memoria nella lotta politica. Le morti violente della stagione dei movimenti, Carocci, Roma, 2010.
A cura di «Progetto San Basilio – Storie de Roma» è in corso di preparazione un film documentario sui fatti del settembre 1974 intitolato La battaglia – San Basilio 1974

La Scintilla, una recensione

Recensione di Francesco Fanesi per Arvultura.it

Questo di Cristiano Armati è un buon libro. Ed è un buon libro perché ha diversi meriti. Uno è senz’altro quello di descrivere un argomento ”militante” come è il movimento di lotta per la casa in maniera comprensibile e intelligibile anche a chi militante non è.

La Scintilla di Cristiano ArmatiTrattare delle occupazioni a scopo abitativo può voler dire infilarsi in un terreno scivoloso. Infatti questo è un argomento quasi totalmente schiacciato dalla narrazione tossica del mainstream. La nostra stampa, ed i media in generale, fanno a gara a chi più riesce a soddisfare le esigenze dei poteri forti e, dietro l’emergenza abitativa nelle nostre metropoli, i poteri forti ci sono eccome. Così l’occupazione di spazi vuoti lasciati volutamente e scandalosamente marcire dalla lobby dei palazzinari per i media diventa racket; gli alloggi pubblici strappati al degrado e l’incuria diventano case popolari tolte ai legittimi proprietari: praticamente, per dirla come l’autore, a sentire i talk show una vecchietta non può uscire di casa a prendere un caffè che i movimenti gli occupano la casa!

Quindi dobbiamo riconoscere a Cristiano anche il merito di aver scritto una contro narrazione chiara e scorrevole della storia del network Abitare nella Crisi e soprattutto della sua espressione romana autodefinitasi come Movimenti per il Diritto all’Abitare, di cui egli stesso è protagonista di primo piano.

La narrazione si snoda su due livelli che si intersecano: quello teorico-politico e quello della descrizione vera e propria della azione diretta che coglie con nitidezza quella che è stata una grande stagione di lotte per la casa nel biennio 2013-14. D’un fiato si leggono le pagine che raccontano lo Tzunami Tour, l’ondata di occupazioni contemporanee a scopo abitativo che i movimenti romani lanciano il 6 dicembre ’12 e che proseguirà per tutto il biennio successivo. Occupazioni che daranno il via a ad un eccezionale periodo di lotte dal basso che, coagulandosi attorno al diritto all’abitare, si salderà in una piattaforma di rivendicazioni socialmente avanzata: reddito, lavoro, istruzione, salute sintetizzati in un celebre slogan: “una sola grande opera, casa e reddito per tutti”.

La critica al “sistema crisi” elaborata dagli ambienti romani trova la sua corrispondenza anche nel resto del paese ed in particolare nella valle che resiste al TAV. Da questo, e dalla constatazione che solo attraverso l’unione delle lotte dal basso di precari, migranti, movimenti contro le devastazioni ambientali, disoccupati e senza casa sarà possibile agire il cambiamento nella società, nasce quella spinta che porterà alla grande manifestazione del 19 ottobre 2013 ed alla successiva accampada dei movimenti di lotta per la casa a Porta Pia. Sotto la parola d’ordine di “assediamoli” sfilano centinaia di migliaia di corpi che chiedono a gran voce un cambiamento radicale del paradigma di sviluppo. Per dire basta ad un capitalismo che favorisce pochi e si accanisce ferocemente sugli ultimi della catena sociale. Dalla tenacia di chi ha resistito per giorni accampato a Porta Pia ne scaturisce un incontro con l’allora ministro Lupi che, davanti alla rabbia sociale, come sempre sortisce solo promesse vuote e solite arroganti frasi di circostanza. Tra l’altro di lì a breve sarà ancora una volta chiaro da che parte sta la politica: lo stesso ministro Lupi (che poi si dimetterà sotto il peso delle inchieste giudiziarie) darà il nome ad un famigerato decreto del renziano “piano casa” che all’articolo 5, come per prendersi beffe dei movimenti per la casa, sancisce la guerra ai poveri: “Chiunque occupa abusivamente un immobile senza titolo non può chiedere la residenza né l’allacciamento a pubblici servizi”. Quindi si staccano le utenze a chi per sopravvivere ha recuperato qualche palazzina fatiscente e gli si nega ogni diritto civile (ad esempio la possibilità di mandare i figli a scuola) privandoli della residenza anagrafica. Chapeau!

Questo e molto altro c’è ne “La Scintilla”, edito dalla Fandango Libri, ora sta a voi leggere e diffondere…

Brescia: La Scintilla alla Festa di Radio Onda d’Urto

La Scintilla di Cristiano ArmatiBRESCIA, mercoledì 12 agosto: la XXIV edizione della Festa di Radio Onda D’Urto dedica alla casa e alle lotte dei movimenti per il diritto all’abitare la giornata di inaugurazione. Alle 20, presso lo spazio dibattiti “Patchanka”, Cristiano Armati presenta “La scintilla. Dalla valle alle metropoli una  storia antagonista della lotta per la casa”.

A seguire, dibattito sulle prospettive della mobilitazione contro gli sfratti, l’art.5 e in difesa delle occupazioni abitative. Interverranno: Rete nazionale Abitare nella crisi, Roma si Barrica, Social Log Bologna, Assemblea sociale per la casa di Venezia-Mestre-Marghera, Comitato abitanti di San Siro – Cantiere di Milano, Assemblea anti-sfratti “Diritti per tutti”, Magazzino 47, Collettivo gardesano autonomo.

Venaus – Valle di Susa: La Scintilla al campeggio NOTAV

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La Scintilla di Cristiano ArmatiL’estate di lotta NOTAV prosegue con il campeggio resistente che si terrà a Venaus dal 18 al 26 luglio. Molte le iniziative di lotta, dibattiti, concerti e momenti di relax. Nel programma, giovedì 23 luglio alle 18, anche la presentazione de “La scintilla. Dalla Valle alla metropoli, una storia antagonista della lotta per la casa”.

Le “case comuni” di un diritto

Recensione di Gennaro Avallone per “il manifesto” del 10 luglio 2015

Saggi. Il diritto all’abitare ne «La scintilla» di Cristiano Armati per Fandango. Democrazia radicale negli stabili occupati. Una storia di un movimento ostile all’ideologia delle grandi opere

La Scintilla di Cristiano ArmatiI movi­menti di lotta per il diritto alla casa ed all’abitare si sono mol­ti­pli­cati negli ultimi anni in Ita­lia, come in tutto il sud Europa, fino a spin­gere l’elezione di Ada Colau a sin­daco di Bar­cel­lona, ma l’attenzione della stampa, della sag­gi­stica e della ricerca sociale non è stata all’altezza di que­sta forza. Il libro La scin­tilla. Dalla Valle alla metro­poli, una sto­ria anta­go­ni­sta della lotta per la casa di Cri­stiano Armati, pub­bli­cato da Fan­dango, con­tri­bui­sce a col­mare que­sta lacuna, insieme ai lavori del col­let­tivo inter­na­zio­nale SqEK (Squat­ting Europe Kol­lec­tive) e di sin­goli ricer­ca­tori e ricer­ca­trici che stanno pro­po­nendo ana­lisi sul tema.
La scin­tilla rico­strui­sce la sto­ria pas­sata e recente del movi­mento per la casa, spe­cial­mente della realtà romana, ed ha il merito di pre­sen­tare ana­lisi e pro­po­ste emer­genti dall’interno dello stesso movi­mento. Un testo corale, dun­que, che pre­senta un pro­cesso in corso, capace di durata e con­qui­ste quo­ti­diane, dal blocco degli sfratti alle occu­pa­zioni di immo­bili vuoti. Ciò che è al cen­tro di que­sto libro è un per­corso col­let­tivo di riap­pro­pria­zione e di rispo­sta auto­noma alle assenze o alle pre­senze inte­res­sate delle isti­tu­zioni pub­bli­che, men­tre le città diven­tano sem­pre più ostili per una parte della popo­la­zione, con gli sfratti ese­guiti in cre­scita ver­ti­gi­nosa in tutta Ita­lia dal 2011, pari a 31.399 nel 2013, quasi tutti per morosità.

Il rac­conto si svolge in prima per­sona a par­tire dall’esperienza dell’autore, occu­pante con il suo nucleo fami­liare dopo il man­cato rin­novo del con­tratto di lavoro. La nar­ra­zione diretta faci­lita l’immersione del let­tore all’interno del movi­mento, accom­pa­gnato dalla sua colonna sonora, dalle can­zoni, dai cori e dagli slo­gan usuali nelle ini­zia­tive di lotta, che resti­tui­scono la scan­sione del tempo quo­ti­diano dell’impegno, dalle note di Azzurro a quelle di Que­sta casa non la mol­lerò di Ricky Gianco.

La sto­ria si svi­luppa dal primo Tsu­nami tour romano per la casa del 6 Dicem­bre 2012, con l’occupazione di diversi edi­fici inu­ti­liz­zati, pas­sando per la mani­fe­sta­zione in Val di Susa nell’estate del 2013, dopo la quale fu lan­ciata l’iniziativa nazio­nale della sol­le­va­zione del suc­ces­sivo 19 Otto­bre, fino allo sgom­bero ed alla resi­stenza delle occu­pa­zioni della zona Mon­ta­gnola nell’Aprile 2014. In que­sto periodo si è dif­fuso il pro­gramma poli­tico lan­ciato dai movi­menti sociali in Ita­lia: una sola grande opera, casa e red­dito per tutte e tutti. Un pro­gramma che coglie nel segno, per­ché indi­vi­dua la neces­sità di ribal­tare la poli­tica di Robin Hood al con­tra­rio — che favo­ri­sce cioè ban­che e imprese pri­vate — pro­mossa dallo Stato attra­verso le grandi opere. Una poli­tica che nega diritti e biso­gni fon­da­men­tali ad una parte cre­scente della popo­la­zione, com­po­sta soprat­tutto da ita­liani e migranti in con­di­zioni di pre­ca­rietà e disoc­cu­pa­zione o occu­pati con bassi salari. Una poli­tica di classe, siste­ma­tiz­zata dalla Legge obiet­tivo del 2001 e rilan­ciata dal decreto «Sblocca Ita­lia» del 2014, che si è fon­data sull’espropriazione della ric­chezza col­let­tiva a van­tag­gio di quella privata.

Il legame tra la lotta con­tro il Tav e quella per il diritto alla casa ed all’abitare è qui evi­dente. Sono lotte che pro­pon­gono di andare oltre la logica delle grandi opere e dell’espropriazione, per costruire un’alternativa poli­tica capace di inter­rom­pere la ten­denza al cre­scente impo­ve­ri­mento sociale ed all’aggressione ambien­tale. Que­sto legame si ritrova anche dal lato nega­tivo della sto­ria, nelle poli­ti­che di ordine pub­blico dello Stato — attra­verso le denunce per ter­ro­ri­smo dei mili­tanti No Tav o l’articolo 5 del Decreto Lupi con­tro l’occupazione abu­siva di immo­bili — ai cui rap­pre­sen­tanti Armati si rivolge più volte, chie­den­dosi quando, in un con­te­sto di ingiu­sti­zia cre­scente, «tra i dipen­denti sta­tali si dif­fon­derà un movi­mento di disob­be­dienza civile».

Il testo parla, però, anche del comune metodo poli­tico uti­liz­zato, quello della demo­cra­zia oriz­zon­tale, rap­pre­sen­tato da alcuni osser­va­tori esterni, come hann scritto alcuni gior­na­li­sti, come l’espressione di un con­trollo mafioso di una parte degli atti­vi­sti sui par­te­ci­panti alle occu­pa­zioni. È curioso che que­sta inter­pre­ta­zione venga vei­co­lata in una città che sta cono­scendo le vicende di «Mafia capi­tale», l’evidenza di un potere poli­tico ed eco­no­mico costruito sulla pelle delle aree sociali mag­gior­mente stig­ma­tiz­zate, quelle nor­mal­mente indi­vi­duate come col­pe­voli di ogni pro­blema: i rom, i senza casa, le fami­glie sfrat­tate, gli immigrati.

I movi­menti per la casa stanno met­tendo in discus­sione pro­prio que­sto, le poli­ti­che e le nar­ra­zioni raz­zi­ste e clas­si­ste, utili ad «evi­tare alleanze tra classi sociali disa­giate», men­tre con­ti­nuano ad ali­men­tare la pra­tica della soli­da­rietà e della coo­pe­ra­zione metic­cia: in altre parole, la scin­tilla del cambiamento.

Una domu po casteddu: La Scintilla a Cagliari

a.cagliari

UNA DOMU PO CASTEDDU è il Festival organizzato da SA DOMU OCCUPATA (Via Lamarmora 126) a Cagliari dal 14 al 18 luglio. Un festival fatto di seminari, dibattiti, esibizioni e tanta musica, dove verranno trattati tutti i temi che hanno caratterizzato l’ ultimo anno di lotta nella nostra città.

La Scintilla di Cristiano ArmatiTra le altre cose, sarà affrontata la drammatica questione abitativa cagliaritana, caratterizzata da 1110 richieste di una casa popolare, 5000 appartamenti sfitti e da 9000 famiglie in graduatoria.

In questo contesto, martedì 14 luglio alle 17 e 30, Cristiano Armati presenta “La Scintilla. Dalla Valle alla metropoli, una storia antagonista della lotta per la casa”.

A seguire, incontro-dibattito sui MOVIMENTI DI LOTTA PER LA CASA con le esperienze dei compagni di Roma e del gruppo Prendo Casa Pisa.