Marco Vitello, rude boy

Dopo tante birre, una notte a San Lorenzo glielo dissi. Sono poche, pochissime le persone che, come lui, hanno saputo respirare il blues metropolitano e dargli una forma. Fatta d’aria, come quando soffiava nella sua armonica. O di materia, come quando scolpiva gli oggetti più diversi o disegnava. In simili, rarissime persone ho sempre visto realizzarsi in chiave umana e artistica ciò che per Gramsci era il sogno di un intellettuale organico, figlio e cantore del popolo. Stile, musica e attitudine lo rendevano un rude boy autentico, anche se non esistono categorie capaci di descriverlo usando solo le parole. Era Marco Vitello. Le strade di Roma lo piangono e lo ricorderanno sempre. Ciao grande.